Dopo la crisi finanziaria del 2008, l’Unione Europea ha rafforzato la regolamentazione relativa agli investimenti finanziari, per migliorare il livello di trasparenza degli investimenti offerti ai clienti privati. Da allora, l’intero quadro normativo si è arricchito per tutelare gli interessi dei risparmiatori, in particolare in materia di investimenti sostenibili.
Quattordici anni fa, la banca di investimento statunitense Lehman Brothers fallì, provocando una grave crisi finanziaria. Se da un lato il crollo di questo istituto ha penalizzato diversi operatori del settore finanziario, oltre ad aziende industriali e molti risparmiatori, dall’altro ha messo in luce la complessità e la mancanza di trasparenza crescenti degli strumenti finanziari.
Desiderando salvaguardare gli interessi degli investitori privati, l’Unione Europea (UE) ha quindi operato un’importante svolta a livello normativo. Il suo obiettivo: migliorare la trasparenza dell’offerta di investimenti finanziari nei 27 Stati membri, tutelando quindi i risparmiatori in modo migliore, con soluzioni effettivamente in linea con le loro aspettative. Dal momento che esistono molte soluzioni di investimento, è quindi necessario essere sicuri che il denaro investito soddisfi l’obiettivo dichiarato, e corrisponda alle preferenze degli investitori.
La trasparenza delle informazioni è un aspetto fondamentale per la tutela dei risparmiatori. Nel 2014, la Commissione Europea ha adottato una serie di misure in tal senso all’interno di una direttiva che riguarda i mercati degli strumenti finanziari (MiFID 2). Queste misure sono entrate in vigore nel 2018.
Quando forniscono servizi, le banche, le società di gestione, le società di investimento e i consulenti finanziari devono fornire informazioni dettagliate ai clienti sui prodotti offerti. Per azioni, obbligazioni, quote di fondi di investimento, Sicav (società di investimento a capitale variabile), devono essere specificate le caratteristiche di tali prodotti, sia in termini di livello di rischio, che di orizzonte temporale di investimento, mercato target, ecc.
Il cliente viene inoltre informato dell’esistenza e dell’importo, o della modalità di calcolo, di compensi e commissioni pagati o forniti da soggetti terzi. Queste informazioni sono racchiuse in un documento consegnato al cliente: il KIID (documento contenente le informazioni chiave per gli investitori).
Il secondo aspetto fondamentale, in termini di tutela, è incentrato sulla conoscenza del cliente. I fornitori di prodotti finanziari sono tenuti a offrire prodotti adatti al profilo di investitore del cliente.
Per determinarlo, al cliente viene sottoposto un questionario cosiddetto “di idoneità”, nel momento in cui entra in contatto con un consulente finanziario, volto a valutare la sua cultura finanziaria, la sua propensione al rischio, la sua situazione finanziaria e i suoi obiettivi di investimento. Da agosto 2022, il questionario include le preferenze del cliente in materia di investimenti sostenibili.
Il questionario consente di definire il profilo dell’investitore, e di condizionare la tipologia di prodotti o servizi che possono essergli offerti. Pertanto, ai clienti viene offerta una consulenza adeguata al loro profilo, in linea con il loro livello di conoscenza e di esperienza in materia di investimenti, con la loro situazione finanziaria e con i loro obiettivi.
Nuovo cavallo di battaglia dell’Unione Europea, la finanza sostenibile, ovvero tutte le attività finanziarie volte a promuovere gli interessi della collettività nel medio-lungo periodo, è oggetto di un vasto piano d’azione. Di fronte all’incapacità del settore pubblico di finanziare in modo autonomo la transizione energetica, l’UE sta quindi cercando di indirizzare i capitali privati verso gli investimenti sostenibili.
Anche in questo caso, la base di valutazione è costituita in parte da informazioni relative alla sostenibilità degli investimenti finanziari.
Il Regolamento SFDR (Regolamento sull’informativa di sostenibilità del settore dei servizi finanziari), in vigore dal 10 marzo 2021, obbliga ormai le società di gestione patrimoniale e i consulenti finanziari a divulgare informazioni relative alle modalità con cui il rischio di sostenibilità viene preso in considerazione. Li obbliga inoltre a indicare i principali effetti negativi dei loro investimenti. Ciò dovrebbe consentire all’investitore di confrontare i prodotti e scegliere quello più adatto ai propri obiettivi personali.
In tale contesto, il regolamento richiede alle società di gestione patrimoniale, come Carmignac, di classificare i propri Fondi in base agli obiettivi perseguiti che, in particolare, sono principalmente tre:
Successivamente, ha fatto la sua comparsa una componente ambientale denominata “Tassonomia” europea. Questa componente definisce un sistema di classificazione univoco per l’UE, che consente di identificare le attività economiche ritenute oggettivamente “green”.
Attraverso queste diverse normative, l’UE intende facilitare la divulgazione di informazioni più chiare e trasparenti per i risparmiatori, al fine di aiutarli a comprendere meglio le soluzioni che vengono loro offerte. Agevolando così il confronto tra i prodotti finanziari, tali norme aiutano le famiglie a investire i loro risparmi in linea con i propri obiettivi.
Per rispondere alle problematiche legate agli investimenti sostenibili, in un’ottica di trasparenza, analizziamo gli effetti negativi dei nostri investimenti in base ai tre aspetti fondamentali ESG: l’ambiente, la società e la governance. Disponiamo inoltre di una gamma di Fondi che consentono ai nostri clienti di intraprendere azioni concrete nel rispetto dei loro obiettivi di investimento.
Inoltre, il 90% dei nostri asset in gestione integra caratteristiche ambientali e sociali, o ha un obiettivo di investimento sostenibile. Peraltro, 13 dei nostri 32 Fondi hanno ottenuto almeno una certificazione riconosciuta di investimento socialmente responsabile (ISR) (certificazione ISR e certificazione Towards Sustainability).
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