Il commento trimestrale sulle attuali sfide economiche, politiche e sociali, direttamente dalla penna di Edouard Carmignac.
Gentile Signora, Egregio Signore,
Nel corso del 2023, ho messo in evidenza nelle mie lettere come il pessimismo prevalente fosse ingiustificato. Esistevano, ed esistono tuttora, molte opportunità latenti da individuare nelle principali cause di incertezza, il cui accumularsi ha alimentato un certo ottimismo. A che punto siamo attualmente?
A nostro avviso, le principali aree di preoccupazione si concentrano su tre aspetti:
La sostenibilità del forte indebitamento a livello globale. L’andamento del debito pubblico negli ultimi vent’anni è allarmante. In meno di due decenni, il rapporto debito/PIL dei principali paesi sviluppati è raddoppiato, superando il 100% nella maggior parte dei casi. Inoltre, il recente aumento dei tassi di interesse sta incrementando il peso di tale debito e allo stesso tempo minando la solvibilità dei debitori. L’obiettivo piuttosto modesto di stabilizzare il rapporto debito/PIL si basa sul presupposto che il tasso di crescita sia almeno pari al tasso di interesse medio pagato da un dato Stato, ipotizzando un deficit pubblico pari a zero, comprensivo degli interessi passivi. Considerate le politiche di bilancio permissive della maggior parte dei paesi, il raggiungimento di questo obiettivo è politicamente irrealistico. È quindi fondamentale che i tassi di interesse reali siano quanto più bassi possibile, e comunque inferiori ai tassi di crescita reali al netto dell’inflazione. Pertanto, è un’ipotesi fondata che la riduzione dei tassi di interesse reali sia destinata a diventare uno dei pilastri fondamentali della politica monetaria nei prossimi mesi, poiché la riduzione delle pressioni inflazionistiche offre alle Banche Centrali ulteriore margine d’azione. Di conseguenza, lo scorso dicembre la Fed ha annunciato un prossimo allentamento monetario sotto forma di tagli dei tassi di interesse, accompagnato dalla sospensione totale o parziale della vendita di titoli governativi.
La resilienza dell’attività economica globale. Naturalmente, la prospettiva di tassi di interesse più bassi sostiene l’attività economica nel suo complesso, con soprattutto il settore dell’edilizia a trarne vantaggio. Inoltre, il proseguimento di politiche fiscali accomodanti rafforzerà questo contesto favorevole, in particolare negli Stati Uniti, dove le imminenti elezioni di novembre incoraggeranno l’attuale amministrazione democratica ad adottare politiche espansive. Infine, la stagnazione dei prezzi di tutte le materie prime, in particolare dell’energia, sta rafforzando il potere d’acquisto dei consumatori, la cui fiducia è sostenuta da mercati del lavoro in forte espansione. Chi avrebbe potuto prevedere i prezzi attuali del gas naturale e del petrolio, con il protrarsi della guerra in Ucraina e la trasformazione del Medio Oriente in una polveriera?
Rischi geopolitici. Non avevamo previsto lo stallo attuale del conflitto in Ucraina, poiché le nostre informazioni sull’esercito russo indicavano che avrebbe avuto difficoltà a contrastare la controffensiva ucraina. Inoltre, l’attuale impunità di Putin incoraggia Xi Jinping a perseguire una politica autarchica e ad alimentare le sue ambizioni su Taiwan. Ultima, ma non per importanza, la crisi in Medio Oriente che ha notevolmente aumentato le tensioni in una regione che è già notoriamente instabile e fin troppo armata, con alleanze che creano rischi di contagio fino a livelli estremi spaventosi. Sebbene sia fantasioso immaginare che tali tensioni siano destinate a placarsi in tempi brevi, è ragionevole credere che l’interdipendenza delle varie controparti ci risparmierà da un grave conflitto.
Tenendo presente questi aspetti, quali sono le prospettive per i mercati di investimento? La resilienza dell’attività economica globale, unita al calo dei tassi di interesse reali, dovrebbe sostenere la continua e solida performance degli asset rischiosi. I titoli azionari tecnologici, galvanizzati dai progressi straordinari dell’intelligenza artificiale, resteranno un obiettivo primario, così come l’universo emergente la cui sottovalutazione sarà ancora più evidente con il calo dei tassi di interesse e l’eventuale deprezzamento del dollaro. Infine, l’accumularsi dei rischi geopolitici rende più che logico avere in portafoglio un’esposizione ai titoli auriferi. La loro attrattiva è rafforzata dal protrarsi di politiche fiscali permissive, ora meno ostacolate da politiche monetarie restrittive.
Su questa nota di cauto ottimismo, desidero porgervi i miei migliori auguri di felicità e di prosperità per il nuovo anno.