Carmignac's Note
Il grande ritorno del tasso di interesse
La performance del titolo governativo statunitense a 10 anni fornisce una prospettiva molto eloquente del cambiamento di contesto economico che i paesi sviluppati stanno affrontando. Il brusco ritorno dell’inflazione ha colto di sorpresa le Banche Centrali e tutti i maggiori possessori istituzionali di obbligazioni sovrane che hanno finanziato la spesa pubblica, talvolta a fronte di rendimenti negativi per diversi anni.
Questo crollo obbligazionario, illustrato dal grafico sopra riportato, non è limitato ai titoli di scarsa qualità, pubblici o privati; interessa tutte le obbligazioni a livello globale, compreso il debito dell’emittente sovrano ritenuto il più solido di tutti, gli Stati Uniti. Il ritorno dell’inflazione consente il ritorno del tasso di interesse, e quindi il ripristino della normalità economica e finanziaria.
Il ritorno dell’inflazione, che riteniamo duraturo, cambia la situazione sui mercati obbligazionari creando un contesto favorevole alle gestioni attive. Queste ultime potranno trarre vantaggio dalle inversioni di tendenza dei tassi di interesse, innescate dalle successive inversioni delle aspettative di inflazione.
Questo nuovo contesto, dopo 40 anni di disinflazione o assenza di aumenti dei prezzi, riporta in primo piano l’asset class obbligazionaria, ripristinandone il rendimento e conferendogli nuovamente il suo ruolo di barometro dell’economia. D’altronde, il rimbalzo del mercato obbligazionario europeo, che si sta delineando, non è forse il preludio di una recessione imminente?